Pinnacolo o pinnacola, genitore del burraco

di Valentina Cervelli Commenta

Il burraco, si sa, è figlio o versione più “erudita” del pinnacolo o pinnacola, gioco di carte che da secoli appassiona ed intrattiene tantissime persone in tuta Italia. Esso si gioca, a coppie contrapposte, con 2 mazzi di 52 carte: vediamo insieme i punti comuni con il burraco.

Per prima cosa la distribuzione delle carte: in questo caso sono 13, il resto del mazzo si mette al centro e si scopre la prima carta per dare modo ai giocatori di iniziare la partita. Ognuno di essi, a turno, deve pescare una carta dal mazzo, incastrarla se possibile in combinazioni da calare.  A differenza del burraco, quando un jolly viene scartato esso blocca il pozzo delle carte a tavola, rendendo impossibile la presa delle carte scartate prima.

Tornando a parlare delle combinazioni, esse possono essere calate in qualsiasi momento: scale con un minimo di tre carte, tris o poker di carte dal diverso seme (nel burraco essi possono ovviamente essere dello stesso seme, N.d.R.). E sono la condizione sine qua non per attaccare carte sulle combinazioni dell’avversario cercando la chiusura. Al pari di ciò che accade con il burraco la mano finisce quando un giocatore ha chiuso, cioè non ha più carte in mano. Una volta contati i punti vince la coppia che raggiunge per prima i: 1500, 2000 o 2500 punti a seconda degli accordi presi.

Ovviamente anche il pinnacolo semplice può contare su moltissime varianti:  l’impossibilità di chiusura in assenza, tra le combinazioni giocate, di un “poker” e di una “pinnacola” ovvero la scala di carte dello stesse seme, o ancora il gioco individuale.

 

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