Burraco a 3, perchè no?

di Valentina Cervelli Commenta

Giochi di carte come il burraco hanno ovviamente delle regole precise che devono essere seguite. Ciò non toglie che in alcuni casi particolari si posa dar vita a varianti non sempre accettate o ben gestite: e quella del burraco a 3 è una di quelle. Questo non significa doverci rinunciare per forza.

Soprattutto se come è accaduto per questo gioco la federazione italiana, la Fibur, ha creato un regolamento stabile e preciso che non lascia adito a discussione.  Il burraco a 3 non viene quindi considerata una variazione quanto un metodo di gioco. Esso viene eseguito distribuendo 11 carte a testa, creando i due pozzetti che però saranno composti da 11 e 18 carte: quest’ultimo viene riposto sopra quello da 11. Chi finirà le carte prima degli altri prenderà quello più grande, delineando quindi le squadre: colui che lo vincerà giocherà da solo mentre i due rimanenti giocheranno in coppia contro quest’ultimo.

E’ questa una delle regole/ distinzioni non modificabili: il primo che finirà le sue carte ricevute a inizio partita in qualsiasi modo le termini sarà colui che giocherà in solitaria. Mentre andando a pozzetto il giocatore singolo prenderà le 18 carte, nell’altra squadra, soltanto il giocatore che andrà a pozzetto per primo prenderà le 11 carte del secondo mazzetto: sarà il terzo quindi a generare la chiusura.

I match point verranno poi  a mezzi tra i giocatori che “lavoreranno in coppia“, mentre come ovvio che sia saranno attribuiti per intero a colui che ha giocato da solo. Quando il primo dei tre giocatori toccherà quota 1000 punti, vi sarà un’ulteriore modifica del gioco: all’inizio della distribuzione delle carte nel round seguente andranno messi a terra 3 pozzetti di 11 carte e tutti giocheranno contro tutti portando la partita a chiudersi sempre a 1505 punti.

Quindi lo ripetiamo: burraco a 3, perché no?

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